Autori: Nicola Gaibazzi, Chiara Martini, Giorgio Benatti, Alessandro Anselmo Palumbo, Giovanna Cacciola, Domenico Tuttolomondo
ABSTRACT
L’infiammazione del tessuto adiposo epicardico localizzato attorno all’atrio sinistro, alterando le proprietà morfo-funzionali di quest’ultimo, gioca un ruolo chiave nell’induzione della fibrillazione atriale. Lo scopo di questo studio è quello di valutare quanto il volume e/o la densità di tessuto adiposo peri-atriale siano correlate all’insorgenza di FA, in maniera indipendente rispetto alle dimensioni atriali.
Figura 1. Ricostruzione di una proiezione trasversale dell’atrio sinistro, ove viene misurato il volume e il valore di attenuazione (in Hounsfield) del tessuto adiposo periatriale localizzato posteriormente ad esso.A) rappresenta la prima sezione, ricavata all’altezza del seno coronarico mentre B) corrisponde a una sezione medioatriale. C) rappresenta la regione di interesse (ROI) di una specifica sezione tracciata manualmente mentre D) mostra la ricostruzione 3D della ROI
Sebbene il volume di tessuto adiposo peri-atriale sia significativamente maggiore in termini assoluti nei pazienti con FA, al contrario una maggiore densità dello stesso risulta essere un parametro più affidabile associato all’insorgenza di FA, indipendentemente dalle dimensioni dell’atrio sinistro, considerando che i pazienti con FA presentano di per sé volumi atriali maggiori.
ARTICOLO
Diversi studi hanno riportato un’associazione tra tessuto adiposo epicardico-pericardico e la fibrillazione atriale; (1,2) i meccanismi fisiopatologici ipotizzati alla base del trigger aritmico includono il rimodellamento elettrico secondario all’infiltrazione adiposa dei miociti atriali e/o all’attività pro-infiammatoria degli adipociti stessi, oppure indotto dalla fibrosi del miocardio adiacente (3;4).
L’associazione infiammazione-FA si è basata sinora su assunti di tipo “indiretto”, derivati dal riscontro di aumentati livelli sistemici di PCR o citochine in corso di FA e/o dall’evidenza di una ridotta incidenza di tale aritmia nei pazienti trattati con colchicina nella prevenzione della PO-AF. [5].
Il ruolo dell’infiammazione è stato anche studiato mediante metodiche d’imaging: dapprima, sebbene con scarso rendimento diagnostico, tramite PET con 18-FDG, probabilmente per la scarsa selettività del tracciante per l’attività macrofagica indotta dall’infiammazione locale e/o per una possibile ridotta captazione in presenza di fibrosi atriale, caratteristica precipua del milieu atriale in corso di FA. [6].
Successivamente, uno studio più recente ha invece esaminato tramite tomografia cardiaca computerizzata (TC) la quota di tessuto adiposo situato posteriormente all’atrio sinistro, dimostrando come la massa di grasso peri-atriale sia significativamente maggiore nei pazienti con FA, (7] seppur con il severo limite di una mancata correzione di tale valore per le dimensioni dell’atrio sinistro, rendendo in tal mondo non possibile concludere con certezza se il risultato ottenuto fosse semplicemente dovuto alla presenza di per sé di atri di più grandi dimensioni nei pazienti con fibrillazione atriale, o se le due variabili fossero effettivamente indipendenti tra loro.
Nel nostro studio abbiamo ipotizzato come il valore di densità media del grasso peri-atriale, misurato come area di “attenuazione” alla CT, possa essere considerato un marker dello stato infiammatorio locale, analogamente a quanto precedentemente dimostrato per il tessuto adiposo perivascolare coronarico. [8] .
L’analisi è stata condotta secondo un modello retrospettivo, caso-controllo, su un totale di 160 pazienti, suddivisi in 2 gruppi: 80 con storia di FA in predicato di eseguire ablazione trans-catetere vs 80 senza anamnesi positiva per FA selezionati casualmente come controlli con quadro di sospetta coronaropatia, entrambi sottoposti a CCTA dal Gennaio 2015 al Gennaio 2019, per la valutazione rispettivamente dell’anatomia delle vene polmonari e del circolo coronarico.
Sono stati esclusi dal presente studio pazienti con CAD nota o malattia infiammatoria/infettiva cronica o cancro attivo o indolente, pregresso MINOCA, precedente rivascolarizzazione coronarica chirurgica o percutanea o chirurgia aortica/vascolare, sindrome di Tako Tsubo, cardiopatia valvolare; sono stati selezionati come controlli solo i pazienti con evidenza alla CCTA di stenosi non significative, di lieve entità (≤ 30%) o circolo coronarico indenne.
Il tessuto adiposo peri-atriale (Fat-LA) è stata identificato come tale per valori di unità di Hounsfield (HU) alla TC compresi −190 e −30 HU, e per ciascun paziente è stato fornito il valore medio di attenuazione del grasso, riportando anche le percentuali di tessuto adiposo all’interno del volume peri-atriale complessivamente campionato; il volume assoluto di Fat-LA è stato in seguito indicizzato per le dimensioni dell’atrio sinistro.
RISULTATI
I pazienti nel gruppo FA erano significativamente più anziani (61,4 ± 10,9 contro 55,5 ± 12,9 anni, p = 0,004), meno frequentemente femmine (30% contro 54%, p = 0,002), e presentavano un valore mediano di BMI simile tra i due gruppi (27 (25–30) vs. 25,9 (23,7–28,6) kg/m2, p = 0,189).
Tra i principali parametri ecocardiografici, il valore di LVEF non è risultato diverso tra i due gruppi (60 (55–64) vs. 60 (55–63)%, p = 0,723), mentre i valori di area e volume atriale sinistro nettamente maggiori rispetto ai controlli (rispettivamente di area pari a 22,4 (18,3–25,8) versus 18 (15–19,5 cm2, p<0,001) e di LAVI pari a 37 (33–43) versus 33 (23,5–37,5) ml, p = 0,030).
Il volume della regione di interesse (ROI) che è stato disegnato posteriormente all’atrio sinistro era significativamente più alto nei pazienti con FA rispetto ai controlli (26,4 (22,4 –32,5) vs 18 (14,1–23,6) ml, p <0,001. Il volume mediano di Fat-LA nella popolazione era di 4,2 (2,6–6,6) ml; la sua misura assoluta è risultata significativamente più alta nei casi (4,7 (3,2–7,5) vs 3,6 (2,2–5,5) ml, p= 0,007), per contro la percentuale di Fat-LA all’interno della ROI di interesse non era significativamente diversa tra i due gruppi (AF 19,48% ± 9,47 vs non AF 21,06% ± 9,54, p = 0,317).
FIGURA 2A
Come mostrato nella Figura 2a, rispetto all’intero volume della ROI designata, il volume assoluto di grasso peri-atriale è risultato ad esso significativamente correlato, con r = 0,531 (IC 95% da 0,404 a 0,638), p < 0,0001; la densità invece, solo lievemente relata, con r = 0,208 (IC 95% da 0,047 a 0,358) e un significato borderline di p = 0,01 (non mostrato).
FIGURA 2B
I pazienti con FA presentavano valori significativamente più alti (più vicini a 0 HU) di densità di grasso peri-atriale rispetto al gruppo non-FA (attenuazione media -69,15 ± 8,28 vs -76,82 ± 8,54 HU, p < 0,001) (vedi Figura 2b).
Il volume del grasso peri-atriale è risultato maggiore nei pazienti con FA (5,42 ± 2,94 ml) rispetto a quelli non affetti (4,16 ± 2,55 ml, p = 0,007), ma la quota relativa di tessuto adiposo non differiva dopo aggiustamento di tale valore per le dimensioni dell’atrio sinistro singolarmente analizzate. La media del valore di attenuazione del grasso si è rivelata significativamente più alta nei soggetti affetti da FA (-69,15 HU) rispetto ai controlli (-76,82 HU, p <0,0001).
CONCLUSIONI
Il volume di tessuto adiposo peri-atriale è significativamente aumentato nei soggetti con burden aritmico rispetto a quelli senza: tuttavia questo dato perde di valenza statistica se si tiene conto del maggiore volume dell’atrio sinistro proprio dei pazienti fibrillanti.
Di converso, la densità del grasso prospiciente l’atrio sinistro valutato alla TC cuore è risultata direttamente correlata con la coesistenza di FA indipendentemente dalle dimensioni atriali.
Questa associazione potrebbe costituire in futuro una possibile variabile da valutare nei pazienti con FA che si sottopongono ad imaging cardiovascolare multimodale pre-ablazione.
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