Ivan Altamar Bermejo et al. Department of Pediatric Cardiology. Royal Brompton Hospital. Sydney Street London SW3 6NP, United Kingdom
Commentary Roberta Lotti
A seguito della diffusione dell’infezione pandemica da Sars-CoV2, nuove entità cliniche sono state progressivamente riconosciute, benché il loro inquadramento sia ancora in corso. In particolare, nella popolazione pediatrica, dall’aprile 2020 è stata riscontrata la comparsa della cosiddetta “Sindrome Infiammatoria Multisistemica”, che, inizialmente misdiagnosticata come forma di Sindrome di Kawasaki, è stata successivamente identificata come entità clinica propria. La correlazione al Sars-CoV2 è evidente dal momento che essa è emersa durante la pandemia, tuttavia l’esatto meccanismo fisiopatologico è tuttora oggetto di ricerca. Questa sindrome colpisce prevalentemente bambini di età più avanzata, si verifica generalmente a poche settimane di distanza da una infezione da Sars-CoV2 asintomatica o paucisintomatica ed è caratterizzata dalla comparsa di febbre persistente, sintomi gastrointestinali, rash cutanei e ipereremia congiuntivale. Il coinvolgimento cardiovascolare in tale contesto non è infrequente e può manifestarsi con disfunzione ventricolare sinistra (da lieve sino allo shock cardiogeno), aneurismi coronarici e aritmie. Tuttavia, se poco si sa finora della malattia stessa, ancora meno è noto sulle sequele che essa provoca.
Qui abbiamo la fortuna di poter leggere un primo interessantissimo studio di follow-up a breve termine sulle sequele cardiologiche valutate tramite Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) cardiaca. Lo studio ha raccolto ben 44 pazienti con diagnosi di Sindrome Infiammatoria Multisistemica che abbiano avuto coinvolgimento cardiaco valutato come disfunzione ventricolare sinistra, aneurismi coronarici, o rialzo di troponine o NTproBNP. I pazienti sono stati sottoposti a RMN cardiaca a distanza di 12-72 giorni dall’insorgenza dei sintomi e hanno dimostrato risultati incoraggianti. Per saperne di più leggete questo splendido articolo!