First author: Monica Verdoia
Division of Cardiology, Department of Translational Medicine, Azienda Ospedaliera-Universitaria ‘Maggiore della Carità’, Eastern Piedmont University, Novara, Italy;
Department of Cardiology, UMC St Radboud, Nijmegen Division of Cardiology, Department of Cardiology, ISALA Hospital, Zwolle, The Netherlands.
La valutazione funzionale mediante FFR (fractional flow reserve) rappresenta oggi il gold standard per lo studio delle stenosi coronariche di grado intermedio, in assenza di evidenza di ischemia nei test non invasivi (1). Il ruolo dell’FFR risulta importante anche nel selezionare le lesioni su cui eseguire PCI nel contesto di una coronaropatia multivasale (2), sia nei pazienti con malattia coronarica cronica che nel contesto della sindrome coronarica acuta, dove la rivascolarizzazione FFR-guidata delle lesioni “non-culprit” è superiore alla sola terapia medica ottimizzata (3).
Tale metodica è davvero così precisa o esistono delle condizioni che possono influenzarne i risultati? Purtroppo, esistono fattori clinici e angiografici che possono influenzare le misurazioni FFR. Tra questi, uno dei più comuni, ma forse meno indagati è rappresentato dall’invecchiamento, in quanto l’età avanzata si associa ad alterazioni micro e macrovascolari ed a disfunzione endoteliale, più elevate pressioni telediastoliche ed una perdita della risposta vasodilatatoria, condizioni che possono ridurre il gradiente pressorio attraverso una stenosi coronarica e determinare valori più elevati alla misurazione FFR, rischiando quindi di sottostimare la rilevanza di una stenosi (4).
Il presente lavoro rappresenta uno dei primi studi in cui è stato valutato il ruolo dell’invecchiamento nelle misurazioni FFR in 276 pazienti con lesioni coronariche intermedie (40-70% all’angiografia). Nei pazienti con più di 70 anni sono stati osservati valori FFR più elevati e una ridotta risposta all’adenosina, con una minore durata dell’iperemia indotta dopo boli crescenti di adenosina rispetto ai pazienti più giovani. Pertanto, questa popolazione più anziana, che rappresenta quella più frequentemente osservata nei nostri laboratori di Emodinamica, rappresenta ancora una sfida, in quanto a rischio di incorrere in misurazioni FFR falsamente negative. Tuttavia, il nostro lavoro non ha valutato l’impatto prognostico di tale risultato. Pertanto, ulteriori studi sarebbero necessari per definire l’impatto della sottostima dell’FFR sul rischio di eventi cardiovascolari negli anziani e per identificare strategie alternative per la valutazione funzionale delle stenosi coronariche, con particolare attenzione alle metodiche adenosina-indipendenti.
1)Neumann F-J, Sousa-Uva M, Ahlsson A, Alfonso F, Banning AP, Benedetto U, et al. 2018 ESC/EACTS Guidelines on myocardial revascularization. Eur Heart J. 2018 Aug 25.
2) Tonino PA, De Bruyne B, Pijls NH, Siebert U, Ikeno F, van’ t Veer M, Klauss V, Manoharan G, Engstrom T, Oldroyd KG, Ver Lee PN, MacCarthy PA, Fearon WF; FAME Study Investigators. Fractional flow reserve versus angiography for guiding percutaneous coronary intervention. N Engl J Med 2009; 360:213–224.
3) De Bruyne B, Pijls NH, Kalesan B, Barbato E, Tonino PA, Piroth Z, Jagic N, Mobius-Winkler S, Rioufol G, Witt N, Kala P, MacCarthy P, Engstrom T, Oldroyd KG, Mavromatis K, Manoharan G, Verlee P, Frobert O, Curzen N, Johnson JB, Juni P, Fearon WF; FAME 2 Trial Investigators. Fractional flow reserve-guided PCI versus medical therapy in stable coronary disease. N Engl J Med 2012; 367:991–1001.
4) XiongjieJin, Hong-Seok Lim, Seung-JeaTahk, Hyoung-Mo Yang, Myeong-Ho Yoon, So-Yeon Choi, et al. Impact of Age on the Functional Significance of Intermediate Epicardial Artery Disease. Circ J 2016; 80; 1583 -1589.
Commento di Rocco Gioscia, Università del Piemonte Orientale, Novara
Read More: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33471468/